La Storia - Falegnameria Parlato
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La Storia

Artigiani dal 1955

La Falegnameria Parlato nasce nel lontano 1955 quando i fratelli Antonino e Giuseppe Parlato, con a disposizione poco più del proprio ingegno e della propria volontà, decisero di iniziare la loro avventura.

La prima Bottega si trovava nel cuore del centro Antico di Sorrento a Via Fuoro, dove, sotto ad un caratteristico portone Sorrentino, iniziarono a dar forma ad un “sogno”, la prestigiosa Falegnameria Parlato che in origine contava sul lavoro dei due fratelli e di qualche giovane aiutante. Con il passare del tempo la maestria ed abilità dei due fratelli, diventarono un patrimonio per tutta la Falegnameria . I segreti e la cura per le lavorazioni sono stati tramandati di padre in figlio ed oggi, Francesco, Franco, Salvatore e Peppe insieme a nuovi dipendenti, proseguono il lavoro iniziato dai Genitori.

 

Nel frattempo il mondo è cambiato e con esso sono cambiate le tecnologie. Ed oggi, seppur utilizzando tecnologie e macchinari all’avanguardia, la Falegnameria Parlato ha saputo mantenere inalterate le sue principali caratteristiche: lavorare il legno con cura, con pazienza, con passione artigianale per realizzare pezzi unici, su misura dei desideri del cliente. La gestione familiare è una delle caratteristiche dell’azienda, che sin dal principio, si specializza nella lavorazione di infissi esterni, porte e arredamento su misura.

L’Arte Presepiale

Passione per il Presepe

Forse è riduttivo definire “passione” questa loro attività: Antonino si dedicava sopratutto alla progettazione e alla realizzazione delle case complete del loro arredamento, Giuseppe alla scenografia dell’insieme al restauro e alla sistemazione dei pastori di cui era esperto conoscitore e collezionista. Senza alcun dubbio l’abilità dell’uno era complementare a quella dell’altro.

 

Il Presepe della Cattedrale di Sorrento

Il presepe della Cattedrale, in collocazione stabile, occupa lo spazio di una piccola cappella a sinistra dell’ingresso. La scena fu creata e assemblata alla fine degli anni 90 dai due fratelli, artigiani-artisti, valenti restauratori di opere d’arte lignee. Essi idearono lo scoglio secondo i canoni settecenteschi, con ponti valloni e scorci della città antica. Al centro maestose rovine di un tempio pagano sotto il quale la coppia di Nazareth adora il bambino; intorno zampognari, pastori e la tradizionale osteria con la tavola riccamente imbandita. Sul fondo della gola si intravede il borgo marinaro di Marina Piccola a Capo Cervo con poche case e la chiesa del Soccorso. Sullo sfondo il Vesuvio fumante.